Home > Blog > Info > Frode: Vendere un’audience fittizia
Una parte significativa della frode pubblicitaria su Internet viene effettuata tramite robot. Possono essere più o meno sofisticati e non tutti sono dannosi. Alcuni robot risultano utili al buon funzionamento di Internet, ad esempio per migliorare i motori di ricerca. Questi specifici robot si dichiarano alle tecnologie di data collection in modo da non essere conteggiati nei vari rapporti, in particolare grazie a file “robots.txt”.
I robot dannosi invece mirano a creare un pubblico fittizio e simulare il comportamento umano al fine di generare visite a siti, impression o clic sugli annunci pubblicitari. È l’attività degli hacker, spesso organizzati in una rete, che prendono possesso degli indirizzi IP dei computer al fine di simulare azioni pubblicitarie per le quali incassano le entrate. Come in un remake di Terminator versione ad-tech, il robot è l’incubo del media buyer. Non ha cuore, cervello e soprattutto nessun mezzo di pagamento in grado di portarlo alla pagina di check-out dell’ordine sul sito di un merchant. Eppure, il robot è ovunque. E non sempre inutile.
Secondo uno studio Imperva del 2016*[1], i robot «malevoli» rappresentano il 28,9% del traffico Internet.
Si distinguono 3 tipi di bot fraudolenti, dai più semplici ai più sofisticati:
1. Il bot indipendente
Questo tipo di robot mira a simulare impression e clic sugli annunci pubblicitari da un semplice computer. Gli hacker che sviluppano questo tipo di bot si concentrano su coloro che non considerano la frode come una minaccia e che non hanno implementato strumenti di rilevamento specifici. Se stanno attenti a non generare troppe entrate, la loro attività può durare abbastanza a lungo. Alcuni robot sono in grado di imitare il comportamento umano, come il movimento del mouse, la navigazione in una pagina Web, le visite a pagine, i clic su vari collegamenti, il lancio di video, ecc. Sono molto più difficili da identificare di altri robot.
2. Il bot data center
Questa tipologia di bot è più complessa e può essere gestita solo da un’organizzazione con accesso a più server per moltiplicare gli indirizzi IP. Questi robot riproducono le azioni dei robot autonomi ma in modo massiccio.
I datacenter consentono di noleggiare dei computer a tempo, quindi è possibile utilizzarli per un breve periodo per avviare i robot.
3. Botnet: la rete di malware bot
Il malware, o programma malevolo, è un virus installato sul PC. L’interesse per il truffatore, oltre al fatto che ha il controllo completo sull’attività online dell’utente, è che può analizzare il suo comportamento e clonarlo, in modo da generare comportamenti che hanno successo nell’ingannare gli strumenti antifrode.
I bots malware sono programmati per connettersi a una rete di botnet per avviare attività parallele fingendosi così un vero utente.
Bonus : L’Iframe Stuffing
Oltre ai robot, esiste un semplice metodo per generare traffico fittizio per un webmaster chiamando una pagina Web o anche un intero sito in un iframe, o “frame inline” (una macro incorporata). L’iframe è una funzione HTML per chiamare un’altra pagina Web su una pagina Web. Impostando una larghezza e un’altezza di 1 × 1 pixel, questa pagina Web è invisibile per l’utente.
Viene caricato tutto il contenuto della pagina in questione, compresi gli annunci pubblicitari, ma l’utente non vede gli elementi che vengono caricati in background. Pertanto, un editore senza scrupoli può ingannare un Ad Server moltiplicando i suoi banner senza sommergere il suo contenuto con pubblicità più o meno invadenti.
Le click farms
Nel giugno 2017, è stata smantellata dalle autorità tailandesi un’intera filiera con la scoperta di una “click farm” composta da 500 telefoni cellulari, che utilizzavano 400.000 diverse SIM card.
Questo tipo di dispositivo viene utilizzato principalmente per generare “Mi piace” sui social network. Ma si possono immaginare tali installazioni per generare falsi clic sugli annunci pubblicitari. Da notare che le accuse contro le persone coinvolte in questo caso sono legate all’assenza di un permesso di lavoro e non alla natura delle loro attività.
Per accedere al contenuto completo, scarica gratuitamente il libro bianco: La Frode: il lato oscuro del Marketing Digitale